Odg per la seduta n. 143 della commissione Territorio, Ambiente, Beni ambientali
SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVIII LEGISLATURA --------------------


13a Commissione permanente
(TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI)


**143ª seduta: giovedì 2 luglio 2020, ore 9,30


ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazione
Svolta
INTERROGAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO

CORBETTA - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

la valle della Bevera, con le sue importanti falde acquifere, costituisce la fonte principale e non sostituibile di approvvigionamento idrico per la città di Varese. L'acqua prelevata copre circa i due terzi del fabbisogno del capoluogo e funge da riserva per i comuni vicini. In occasione delle periodiche crisi idriche che colpiscono il varesotto, l'acqua della Bevera rifornisce un bacino di utenza di 200.000 persone;

in caso di inquinamento delle falde acquifere della valle della Bevera, l'approvvigionamento idrico nella città di Varese sarebbe drasticamente ridotto e comporterebbe la necessità di razionare il consumo di acqua;

le falde acquifere della Bevera sono da tempo soggette a rischio di inquinamento, a causa delle attività estrattive (cave di ghiaia e sabbia) e dei cantieri per la costruzione della linea ferroviaria Arcisate-Stabio, inaugurata nel 2018. Secondo quanto documentato dalla trasmissione televisiva "Striscia la notizia" nel dicembre 2012, notevoli quantitativi di rifiuti speciali e fanghi di lavorazioni di cemento non indurito sarebbero stati sotterrati sopra le falde acquifere della Valle Bevera, esponendole a gravi rischi di contaminazione; ulteriori rischi potrebbero derivare in futuro dai cantieri per la realizzazione del Lotto 2 della tangenziale di Varese;

delle quattro cave presenti in Valle Bevera, la cava Valli è la più grande ed è l'unica attiva; la continua estrazione di materiale (in gran parte destinato alla Svizzera) espone una vasta area e la falda acquifera sottostante a gravi e crescenti rischi di contaminazione. Inoltre, nelle cave dismesse in passato sono stati depositati illegalmente rifiuti contenenti sostanze tossiche come amianto, arsenico e nichel, provenienti in gran parte dalla Svizzera, come nel caso della cava Femar scoperto dalla Guardia di finanza nel 2009;

nel 2015 l'Italia ha esportato in Svizzera circa un milione di tonnellate di sabbia e ghiaia provenienti quasi esclusivamente dalle province di Varese (53 per cento) e Como (43 per cento) e in grado di soddisfare il 40 per cento del fabbisogno dell'intero Cantone Ticino;

l'esportazione degli inerti in Svizzera è vantaggiosa per le aziende estrattive varesine e comasche, in quanto offre maggiori ricavi rispetto al mercato italiano. L'importazione è altrettanto vantaggiosa per il Cantone Ticino, perché consente di preservare le risorse naturali e il territorio ticinese;

a farne le spese sono i cittadini italiani che assistono alla distruzione del territorio lombardo, al depauperamento delle risorse naturali, al rischio crescente di contaminazione delle falde acquifere;

inoltre, la disponibilità di cave dismesse adibite a discariche per inerti e le basse tariffe applicate dalle cave italiane (pari a un quinto delle tariffe svizzere) hanno favorito l'importazione dei rifiuti edili dal Ticino;

il flusso transfrontaliero delle terre di scavo è in forte crescita, registrando 6.000 tonnellate nel 2012, 26.000 nel 2013, 174.000 nel 2014 e 214.000 nel 2015. La qualità dei rifiuti edili in ingresso alla frontiera è difficilmente controllabile dalle autorità italiane anche a causa della grande facilità con cui rifiuti pericolosi possono essere tritati, miscelati e occultati illegalmente nei carichi di rifiuti inerti e terre di scavo. I controlli non risultano efficaci nei valichi di frontiera non sorvegliati;

nel 2015, anche per scongiurare la realizzazione di una nuova discarica per inerti a Bizzarone, località ticinese a ridosso del confine italiano, Regione Lombardia siglava un accordo con il Ticino per la gestione transfrontaliera degli inerti. Tuttavia con tale firma Regione Lombardia si impegnava ad azioni che avrebbero favorito il sovrasfruttamento del territorio e delle risorse italiane e aumentato il rischio di importazione e stoccaggio illegale di rifiuti pericolosi;

la Regione, infatti, sottoscriveva l'impegno a: "promuovere gli scambi commerciali in relazione ai materiali inerti per l'edilizia (sabbia e ghiaia) dall'Italia verso il Ticino ed al materiale di scavo non inquinato (terra e rocce) e dei rifiuti edili di origine minerale (rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione) dal Ticino verso l'Italia"; consentire "il transito di tali materiali da tutti i valichi di frontiera, anche ferroviari"; agevolare "lo sdoganamento degli stessi materiali tramite la semplificazione delle procedure e l'adozione di processi amministrativi efficienti (procedura telematica del regime delle esportazioni, ECS) in tutti i valichi di frontiera"; favorire "il riutilizzo del materiale di scavo non inquinato (terra e rocce) e dei rifiuti edili di origine minerale (rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione) prodotti in Ticino nell'ambito del ripristino di cave dismesse o di altre operazioni di recupero di materia ubicate in Italia in prossimità della frontiera",

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda adottare iniziative di propria competenza, affinché vengano interrotte l'esportazione di materiali inerti e l'importazione di rifiuti inerti provenienti dall'estero e venga impedito il riempimento delle cave dismesse con rifiuti a rischio di contaminazione.
(3-01175)